L'innovazione tecnologica

La N.E.W. ha come scopo lo studio, la realizzazione, la sperimentazione della produzione e commercializzazione di Biochar già inoculato, prodotto con l’utilizzo innovativo di microorganismi EM (batteri aerobici ed anaerobici tra cui batteri lattici, batteri fotosintetici, lieviti e funghi fermentativi che coesistono fra di loro in simbiosi nutrendosi uno degli scarti dell’altro)

che cos'è il

il Biochar?

Il Biochar è un carbone vegetale ricavato da biomasse vegetali trattate con un particolare processo di combustione denominato Pirolisi.

Con la Pirolisi le biomasse vengono portate a temperature comprese tra i 300 e 900°C in una quasi totale assenza di ossigeno, generando così una parziale ossidazione del carbonio che permette di ottenere:

"Ogni scarto è una risorsa"

Il biochar è l’unica tecnica di mitigazione dei cambiamenti climatici carbon negative,ovvero sequestra più carbonio di quanto ne emetta per produrre energia.

Il carbonio sequestrato all’atmosfera dalle piante viene raccolto attraverso la pirolisi nel biochar e poi fissato per decenni nel terremo come ammendante che fà crescere altre piante.

Carbon Negative Technology è frà le massime espressioni del concetto di economia circolare.

BioChar

Il biochar N.E.W., è ottenuto dal processo di pirogassificazione del legno vergine proveniente dal taglio e dalla manutenzione di boschi (Prevalentemente pioppo, cerro, quercia, castagno e abete) ed è parte di una filiera tracciata in ogni singola componente della Fornitura, dalla provenienza del legno all’identità del venditore.

Gli impianti a Biomassa sono siti a Vascigliano di Stroncone (TR) e a Frosinone (FR). Producono un biochar derivante dalla combustione del legno all’interno del gassificatore e, in minima parte, dalla cenere che si deposita sulle candele ceramiche di filtraggio utili per la pulizia del gas.
La cenere è asportata dalle candele mediante semplice soffiaggio; Nessun processo chimico avviene oltre alla combustione e al soffiaggio.

Processo produttivo degli impianti

N.E.W.?

Sky to Soil biochar viene prodotto in una centrale elettrica a biomassa solida (cippato di legno vergine) secondo un processo di gassificazione.
Semplificando lo schema di funzionamento, si può suddividere l’impianto in quattro parti princiali:

1) Essiccatore: Il cippato viene depositato e sosta 4 giorni circa prima di arrivare allo step successivo. In questi quattro giorni il cippato viene asciugato con un sistema di tubi forati sotto il letto di cippato dove scorre aria calda a circa 70°C prodotta dall’impianto stesso

2) Gassificatore: Qui avvengono i processi di pirolisi che producono il Syngas. Il cippato entra dall’alto e scende per gravità verso il basso nel corso del processo il legno passa attraverso varie fasi chimico-fisiche che portano alla produzione del Syngas.

3) Combustione: necessaria a fornire il calore; in questa zona, causa la presenza di ossigeno, avvendono i fenomeni di ossidazione

4) Processi di riduzione: generano la configurazione finale del Syngas. In questa zona si arriva ad avere il char che viene poi espulso attraverso la griglia sottostante al gassificatore e asportata in modo meccanico.

La parte più complessadell’intero processoè la pulizia del Syngas, necessaria a pulire il gas dalle particelle di cenere presenti e dall’eccesso di acqua.

Potenzialità del

biochar

applicato ai suoli la sua alta porosità aumenta la ritenzione idrica e quella degli elementi nutritivi che rimangono più a lungo disponibili per le piante; migliora inoltre la struttura del terreno e le sue proprietà meccaniche (Chan et al., 2007).

Molti studi hanno già dimostrato l’impatto positivo dell’applicazione del biochar sulle rese agricolo diminuendo il fabbisogno di acqua e fertilizzanti(Nisho, 1996; Hashi, 2001; Lehmann et al., 2003; Yamato et al., 2006; Chan et al., 2007; Rondon et al., 2007; Baronti et al 2010; Vaccari et al. 2011).

La struttura compatta del biochar permette a questo prodotto di non essere degradato dai microrganismi del suolo e quindi di stoccare carbonio nel terreno invece che farlo tornare nell’atmosfera sotto forma di CO₂ come nel caso del compost o della combustione dei residui di potatura (Kulbusch et al., 1996; Lehmann et al., 2002; Harris e Hill, 2007)
Secondo (Yanai et al. 2007), l’impiego di biochar sui terreni agricoli permette di diminuire le emissioni di N₂O dal suolo, gas a effetto serra con un Global Warming Potential 296 volte maggiore della CO₂ (IPCC, 2001).


Il Brooklyn Navy Yard rappresenta un perfetto esempio di applicazione del biochar come ammendante per il terreno; attualmente nell’imponente stabilimento industriale di New York vengono, infatti, coltivati ortaggi biologici su fattorie-tetto proprio utilizzando il biochar come fertilizzante naturale.

Aggiungere biochar ai mangimi animali permette di ridurre le emissioni di metano dei ruminanti. Implementarlo nella dieta di specifici gruppo di animali favorisce loro l’assorbimento delle tossine e ne facilita la digestione, nonchè ne migliora i valori del sangue.

Il biochar grazie alle capacità di assorbimento dell’umidità e alle ottime proprietà di bassa conduttività  rappresenta un perfetto coibentante ed un eccellente regolatore dell’umidità interna degli edifici: Impedisce all’aria interna di seccarsi eccessivamente, previene la formazione di muffe, assorbe odori e tossine e diminuisce le radiazioni elettromagnetiche.

Utilizzato per la produzione di cosmetici decoratvi e di saponi. Il sapone nero al carbone possiede eccellenti proprietà sboregolatrici, purificanti ed esfolianti.

E153 carbone vegetale è un colorante utilizzato nei prodotti alimentari che oltre a conferire il suo particolare impatto visivo possiede anche effetti benefici per l’organismo. Le fibre vegetali dopo la pirolisi diventano porose ed acquistano la capacità di assorbire i gas intestinali, riducendo i disturbi di chi ne soffre.

Il biochar è ottimo da utilizzare nella bonifica dei terreni e nella purificazione delle acque, grazie alla sua capacità di sequestrare contaminanti sia inorganici come metalli e sali, che organici come insetticidi, erbicidi e antibiotici.

Tra i principali ostacoli alla diffusione delle fonti rinnovabili c’è la scarsa disponibilità di produzione energetica economica e a basso impatto ambientale: ad esempio, i supercondensatori, che vengono utilizzati sia per le batterie delle automobili ibride/elettriche che per altre fonti energetiche rinnovabili presentano costi ancora molto alti a causa dei materiali impiegati per la loro realizzazione.

I loro componenti, tra le altre cose, sono ricoperti di carbone attivo su una gran parte della superfice: Produrre carbone attivo richiederebbe necessariamente l’impiego di processi industriali ad alto impatto ambientale.
Il biochar rappresenta allora una valida alternativa, essendo un materiale sostenibile e a buon mercato.
Uno studio del Stevens Institute of Technology Chemical Engineering dimostra la fattibilità dell’impiego del biochar rispetto all’utilizzo del carbone attivo, diminuendo altresì i costi grazie allo sfruttamento di un materiale di scarto.

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